Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/443

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iii8 QUADERNO 9 (xiv) § ( 38). Funzione cosmopolita degli intellettuali italiani. Sull Algarotti. Dall’articolo n Nicolino" e VAlgarotti di Carlo Calcaterra, nel «Marzocco» del 29 maggio 1932: « Impedisce tuttora nelPanimo di molti un'equa valutazione degli scritti d’arte dell’Algarotti la considerazione che egli fu il consigliere e il provveditore di Augusto III di Sassonia negli acquisti per la galleria di Dresda, onde si rimprovera a lui di avere impoverito l’Italia a beneficio di corti straniere. Ma giustamente è stato detto dal Panzacchi e da altri studiosi che nel cosmopolitismo settecentesco quell’opera di diffusione dell’arte italiana, come di bellezza appartenente a tutta Europa, ha un aspetto meno odioso di quello che con tutta facilità può esserle (oggi) attribuito»1. L’osservazione del cosmopolitismo | settecentesco, che è esatta, va approfondita e specificata: il cosmopolitismo degli intellettuali italiani è esattamente della stessa natura del cosmopolitismo degli altri intellettuali nazionali? Questo è il punto: per gli italiani è in funzione di una particolare posizione che viene attribuita all'Italia a differenza degli altri paesi, cioè l’Italia è concepita come complementare di tutti gli altri paesi, come produttrice di bellezza e di coltura per tutta Europa. % § » § ( 39). Argomenti di coltura. Elementi di vita politica francese. I monarchici hanno costruito la dottrina storicopolitica (che cercano di rendere popolare) secondo la quale l’Impero e la Repubblica hanno significato finora l’invasione del territorio nazionale francese. Due invasioni connesse con la politica di Napoleone I (del 1814 e del 1815), una con la politica di Napoleone III (1870-71) e una con quella della Terza Repubblica (1914) danno il materiale d’agitazione. I repubblicani si servono anch’essi degli stessi materiali, ma naturalmente il loro punto di vista non è quello dei monarchici, che può sembrare persino disfattista, in quanto pone le cause dell’invasione nelle istituzioni francesi e non invece, come i repubblicani sostengono, nei nemici ereditari della Francia, in prima linea la Prussia (più che la Germa-