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11^8 QUADERNO 9 (xiv) che si vela di disegni tanto più grandiosi quanto più astratti e vaghi in quanto non dipendeva dalle forze italiane di portarli a compimento. Poiché «balcanizzare» l’Austria significava poi creare una situazione politico-diplomatica [europea] (e implicitamente militare) in forza della quale l’Austria si fosse lasciata «balcanizzare»; significava cioè avere l’egemonia politica e diplomatica dell’Europa; una cosa da nulla, come si vede. Non si vede perché l’Austria non potesse, conservando il Lombardo-Veneto, cioè la supremazia in Italia e una posizione dominante nel Mediterraneo centrale, conquistare anche una maggiore influenza nei Balcani e quindi nel Mediterraneo orientale. Questo anzi sarebbe stato l’interesse dell’Inghilterra, che basava sull’Austria un sistema di equilibrio europeo contro la Francia e contro la Russia. Ma lo stesso scarso sentimento di iniziativa politica autonoma e la sfiducia nelle proprie forze che erano implicate nel disegno del Balbo, dovevano rendere sorda l’Inghilterra a tali disegni. Solo un forte Stato italiano che avesse potuto sostituire l’Austria nella sua funzione antifrancese nell’Europa centrale e nel Mediterraneo centrale avrebbe potuto muovere l’Inghilterra a simpatie italiane, come avvenne infatti dopo la politica delle annessioni nell’Italia centrale e l’impresa dei Mille contro i Borboni (cioè, prima dei fatti reali, solo un grande partito pieno di audacia e sicuro delle proprie mosse perché radicato nelle aspirazioni delle grandi masse popolari (avrebbe ottenuto forse lo stesso risultato )a, ma ciò appunto non esisteva, e il Balbo coi suoi amici non volevano che si formasse). La balcanizzazione dell’Austria dopo la perdita dell’egemonia nella penisola italiana, avrebbe avuto conseguenze gravi per la politica inglese nel Mediter- 72 bis raneo. Lo Stato napoletano | sarebbe diventato un feudo russo, cioè la Russia avrebbe avuto la possibilità di un’azione politica militare di primo ordine proprio nel centro del Mediterraneo. (La quistione dei rapporti tra i Borboni di Napoli e lo Zarismo è tutto un aspetto della storia dal 1799 al 1860 da studiare e approfondire: dal libro di Nitti sul Capitale straniero in Italia stampato nel 1915 dai Laterza, si vede che ancora prima della guerra esistevano nell’Italia Meridionale per circa 1^0 milioni di lire di obbligazioni statali russe2, ciò che indica il residuo di un lavorio non trascurabile di connessione tra l’Italia meridionale e la Russia). Non bisogna dimenticare che la Quistione d’oriente non ha le sue essenziali ragioni di essere nei Balcani e in Turchia, ma è la forma politico-diplomatica della lotta tra Inghilterra e Russia: è la quistione dell’India, la quistione del Mediterraneo, la quistione dell’Asia prossima e centrale, la quistione dell’Impero inglese ecc. Il libro in cui il Balbo sosteneva la sua tesi, Le speranze d'Italia, fu pubblicato nel 1844 e la tesi stessa non ebbe nessun’altra efficacia se non quella di far conoscere la quistione orientale attirando l’attenzione su di essa e quindi di facilitare (forse) la politica del Cavour a proposito della guerra di Crimea. Non ebbe nessuna efficacia nel 59 (quando il Piemonte e l’Italia pensarono di suscitare nemici all’Au-

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