Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/593

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IO (XXXIII) rona tutto il lavoro filosofico del Croce. Si potrebbe quindi esaminare l’operosità del Croce come tutta conducente a questo sbocco, nei suoi vari atteggiamenti verso la filosofia della prassi, e giungere alla conclusione appunto che lo stesso lavorio del Croce era stato compiuto parallelamente dai migliori teorici della filosofia della prassi, sicché l’affermazione di «definitivo superamento» è semplicemente una millanteria critica, ciò insieme alla dimostrazione analitica che ciò che vi è di « sano » e di progressivo nel pensiero del Croce non è altro che filosofia della praxis presentata in linguaggio speculativo. o). Punti di me* IO nommr usservazioni su M, Pantaleoni ^nuova edizione 1931, Treves-Treccani- umrmnelli) . rileggere il libro del Pantaleoni si comprendono meglio i motivi delle abbondanti scritture di Ugo Spirito. 2^La parte prima del libro, dove si tratta del postulato edonistico, potrebbe più acconciamente servire come introduzione a un raffinato manuale di arte culinaria o ad un ancor più raffinato manuale sulle posizioni degli amanti. È un peccato che gli scrittori di arte culinaria non studino l'economia pura, perché coi sussidi di gabinetti di psicologia sperimentale e del metodo statistico potrebbero giungere a trattazioni ben più complete e sistematiche di quelle volgarmente diffuse: lo stesso si dica della più clandestina ed esoterica attività scientifica che si affatica ad elaborare l’arte dei godimenti sessuali. m La filosofia del Pantaleoni è il sensismo del seco- lo'xvin, sviluppato nel positivismo del secolo xix: il suo «uomo» è l’uomo in generale, nelle premesse | astratte, cioè l’uomo della biologia, un insieme di sensazioni dolorose e piacevoli, che però diventa l’uomo di una determinata forma sociale ogni qualvolta dall’astratto si passa al concreto, cioè ogni qualvolta si parla di economia e non di scienza naturale in genere. Il libro del Pantaleoni è quello che si può