Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/613

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1288 QUADERNO IO (XXXIII) 7 valore non è la «teoria del valore» ma qualcosa d’altro, in realtà non distrugge la teoria stessa ma pone una quistione formale di nomenclatura: ecco perché gli economisti ortodossi non furono contenti del suo saggio (cfr nel libro MSEM l’articolo in polemica col prof. Racca)5. Così non è valida l’osservazione a proposito del termine «plusvalore», il quale invece esprime con molta chiarezza ciò che si vuol dire appunto per le ragioni per cui il Croce lo critica; si tratta della scoperta di un fatto nuovo, il quale viene espresso con un termine la cui novità consiste nella formazione, appunto contradditoria in confronto della scienza tradizionale; che non possano esistere «plusvalori» alla lettera può esser giusto, ma il neologismo ha un significato metaforico, non letterale, cioè è una nuova parola che non si risolve nel valor? letterale delle originarie forme etimologiche. \ Forse sarebbe opportuno, secondo l’ampiezzIFtfëPSaggio, dare uno schizzo della tradizione intellettuale del Mezzogiorno (specialmente nel pensiero politico e filosofico) in contrapposizione col resto d’Italia, specialmente la Toscana, cosi come si riflette fino alla generazione del Croce (e Giustino Fortunato).JQ libro di Luigi Russo sul De Sanctis e l’Università napoletana può essere molto et vedere comeTa~uadizionemeridionaléabbi Sanctis raggiunto un grado ronte a. A , lamento del Genti' ì sviluppo teorico-pratico di atteggiamento del Croce rappresenta un arretramento,~senza“che l'atteggiamento del Gentil&^che^utT tavia più del Iroce si è impegnato nell’azione pratica, possa

iudicarsi~una continuazione delLattività desanctisiana per

altre ragioni. A proposito del contrasto culturale tra la To-

iorno si può ricordare (a titolo di curiosità) l’epigramma di Ardengo Soffici (credo nel Giornale di

Bordo) sul «carciofo»7. Il carciofo toscano, scrive su per giù il Soffici, non si presenta a prima vista cosi vistoso e allettante come il carciofo napoletano; è ispido, duro, tutto spine, irsuto. Ma sfogliatelo; dopo le prime foglie legnose e | immangiabili, da buttar via, sempre più aumenta la parte commestibile e saporita, finché, nel mezzo, si trova il nucleo compatto, polposo, saporitissimo. Prendete il carciofo napoletano; subito dalle prime foglie c’è qualcosa da man-