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QUADERNO 14 (i) Cosi Rastignac e di Rubempré. (Vincenzo Morello è diventato «Ra- stignac» per questa filiazione... popolaresca e ha difeso «Corrado Brando») Ricordare che Nietzsche è stato edito dal Monanni e si conoscono le origini culturali-ideologiche del Monanni e la sua clientela. Così Vautrin e IVamico di Vautrin» hanno lasciato traccia nella letteratura di Paolo Valera e nella sua «Folla». (Ricordare l’« amico di Vautrin» torinese)2. Cosi l'ideologia dei «moschettieri», presa dal romanzo di Dumas. Che si abbia un certo pudore a giustificare mentalmente le proprie concezioni con i romanzi di Dumas e di Balzac, s’intende facilmente: le si giustifica perciò col Nietzsche e si ammira Balzac come scrittore d’arte e non come creatore di figure romanzesche del tipo appendice. Ma il nesso reale è certo culturalmente. Il tipo del « superuomo » è Montecristo (liberato di quel particolare alone di « fatalismo» che è proprio del basso romanti|cismo che è ancora più calcato in Athos e in Giuseppe Balsamo). Montecristo portato nella politica, è certo pittoresco: la lotta contro i «nemici» personali del Monte- cristo. Si può osservare come certi paesi siano rimasti provinciali e arretrati anche in ciò in confronto di altri; mentre già Sherlock Holmes sembra anacronistico per molta Europa, in certi paesi si è ancora a Montecristo e a Fenimore Cooper (i «selvaggi», «pizzo di ferro» ecc.). Cfr il libro di Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (Ed. della Cultura)3; accanto alla ricerca del Praz bisognerebbe fare quest’altra ricerca: del «superuomo» nella letteratura popolare e dei suoi influssi nella vita reale e nei costumi. Ancora: l’Omodeo ha osservato che esiste una specie di « manomorta » culturale ed è costituita dalla letteratura religiosa, di cui nessuno pare voglia occuparsi, come se non avesse una importanza e una funzione nella vita nazionale e popolare \ A parte l’epigramma della « manomorta » e la soddisfazione del clero che la sua letteratura non sia sottoposta a critica, esiste un’altra sezione della vita culturale nazionale e popolare di cui nessuno si occupa e si preoccupa, criticamente, ed è appunto la letteratura d’appendice propriamente detta e in senso più largo (anche Vieto* Hugo vi rientra in questo senso e anche Balzac). In Montecristo vi sono due capitoli dove esplicitamente si «disserta» del superuomo d’appendice: il capitolo intitolato « Ideologia», quando Montecristo si incontra col procuratore Villefort, e il capitolo che descrive la colazione presso il visconte di Morcerf al primo viaggio di Montecristo a Parigi. Sarà da vedere se in altri romanzi del Dumas esistono spunti «ideologici» del genere: nei Tre Moschettieri la figura di Athos ha più dell’uomo fatale generico del basso romanticismo. Si solleticano gli umori popolareschi individualistici piuttosto con l’attività avventurosa ed extralegale dei « moschettieri » come tali. In Giuseppe Balsamo, la potenza dell’individuo è legata a forze oscure di magia e all’appoggio della massoneria europea, quindi meno suggestivo l’esempio per il lettore popolaresco. Non ricordo altre figure tipiche. Nel Balzac le figure sono più concretamente artistiche, ma tuttavia