Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/398

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i933’I934: argomenti di cultura i° 1901 di fattoria e in generale tutte le somministrazioni gratuite in favore del padrone. Io non potrei affermare se questi patti siano ultimi resti del regime feudale sopravvissuti alla distruzione dei castelli e alla liberazione dei coloni, oppure se siano incrostazioni formatesi per abuso dei padroni e ignavia dei coloni, in tempi più vicini a noi sul tronco genuino del contratto» \ Secondo il Guicciardini, queste prestazioni sono sparite pressoché ovunque (nel 1907), il che è dubbio anche per la Toscana. Ma oltre a queste angherie, occorre ricordarne altre, come il diritto del padrone di chiudere i coloni in casa a una certa ora della sera, l’obbligo di domandare il permesso per fidanzarsi e.fare alFamorè, ecc., che pare siano stati ristabiliti in molte regioni (Toscana, Umbria) dopo che erano stati aboliti in seguito ai moti agrari del primo decennio del | secolo, moti diretti dai sindacalisti, $ Cfr Quaderno 9 (xiv), p. 9. § (29). Discussioni prolisse, spaccare il pelo in quattro, ecc. È atteggiamento da intellettuale quello di prendere a noia le discussioni troppo lunghe, che si sbriciolano analiticamente nei più minuti particolari e non vogliono finire se non quando tra i disputanti si è giunti a un accordo perfetto su tutto il piano di attrito o per lo meno le opinioni in contrasto si sono affrontate totalmente. L’intellettuale professionale crede sufficiente un accordo sommario sui principii generali, sulle linee direttrici fondamentali, perché presuppone che il lavorio individuale di riflessione porterà necessariamente alFaccordo sulle «minuzie»; perciò nelle discussioni tra intellettuali si procede spesso per rapidi accenni: si tasta, per cosi dire, la formazione culturale reciproca, il «linguaggio» reciproco, e fatta la constatazione che ci si trova su un terreno comune, con un comune linguaggio, con modi comuni di ragionare, si procede oltre speditamente. Ma la quistione essenziale consiste appunto in ciò, che le discussioni non avvengono tra intellettuali professionali, ma anzi occorre creare preventivamente un terreno comune culturale, un comune linguaggio, modi comuni di ragionare tra persone che non sono intellettuali professionali, che non