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chiavelli in Romagna e il governo di Francesco Guicciardinil. L'argomento del saggio è interessante, ma il Cavina non ne sa trarre tutte le conseguenze necessarie, dato il carattere superficialmente descrittivo e retorico dello scritto. Dopo la battaglia di Pavia e la definitiva sconfitta dei Francesi, che assicurava l’egemonia spagnola nella penisola, i signori italiani sono invasi dal panico. Il Machiavelli che si era recato a Roma per consegnare personalmente a Clemente VII le Istorie Fiorentine che aveva ultimato, propone al papa di creare una milizia nazionale (significato preciso del termine) e lo convince a fare un esperimento. Il papa invia il Machiavelli in Romagna presso Francesco Guicciardini che ne era Presidente, con un breve in data 6 giugno 1525. Il Machiavelli doveva esporre al Guicciardini il suo progetto e il Guicciardini doveva dare il suo parere. Il breve di Clemente VII deve essere tutto interessante; egli espone lo sconvolgimento in cui si trova l’Italia, così grande da indurre a cercare anche rimedi nuovi e inconsueti e conclude: «Res magna est, ut iudicamus, et salus est in ea cum status ecclesiastici, tum totius Italiae ac prope uni- versae cristianitatis reposita», dove si vede come l’Italia era per il papa il termine medio tra lo Stato ecclesiastico e la cristianità. Perché l’esperienza in Romagna? Oltre alla fiducia che il papa aveva nella prudenza politica del Guicciardini, occorre forse pensare ad altri elementi: i Romagnoli erano buoni soldati, avevano combattuto con valore e fedeltà ad Agna- dello, sia pure da mercenari. C’era poi stato in Romagna il precedente del Valentino, che aveva reclutato tra il popolo buoni soldati, ecc. Il Guicciardini fino dal 1512 aveva scritto che il dare le armi ai cittadini « non è cosa aliena da uno vivere di repubblica e populare, perché quando vi si dà una giustizia buona e ordinate leggi, quelle armi non si adoperano in pernizie, ma in utilità della patria» e aveva lodato anche l’istituzione delPordinanza ideata dal Machiavelli (tentativo di creare a Firenze una milizia cittadina, che preparò la resistenza durante l’assedio). 1