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I 1966 QUADERNO 19 (x) Italia) e culturale (in Europa) del Papato (e tanto meno le grandi potenze europee potevano permettere uno Stato unificato italiano sotto la supremazia del Papa, cioè permettere che la funzione culturale della Chiesa e la sua- diplomazia, già abbastanza ingombranti e limitatrici del potere statale nei paesi cattolici, si rafforzassero appoggiandosi a un grande Stato territoriale e a un esercito corrispondente) muta anche l'importanza e il significato della tradizione letterario- rettorica esaltante il passato romano, la gloria dei Comuni e del Rinascimento, la funzione universale del Papato italiano. Questa atmosfera culturale italiana era rimasta finallora indistinta e generica; essa giovava specialmente al Papato, formava il terreno ideologico della potenza papale nel mondo, l’elemento discriminativo per la scelta e l’educazione del personale ecclesiastico e laico-ecclesiastico, di cui il Papato aveva bisogno per la sua organizzazione pratico-amministrativa, per centralizzare l’organismo chiesastico e il suo influsso, per tutto l’insieme dell’attività politica, filosofica, giuridica, pubblicistica, culturale che costituiva la macchina per l’esercizio del potere indiretto, dopo che, nel periodo precedente la Riforma, era servita all’esercizio del potere diretto o di quelle funzioni di potere diretto che potevano concretamente attuarsi nel sistema di rapporti di forza interni di ogni singolo paese cattolico. Nel Settecento si inizia un processo di distinzione in questa corrente tradizionale; una parte sempre più coscientemente (per programma esplicito) si connette con l’istituto del Papato come espressione di una funzione intellettuale ( etico-poli ti- ca, di egemonia intellettuale e civile) dell’Italia nel mondo e finirà con l’esprimere il Primato giobertiano (e il neo- 18 guelfismo, attraverso una serie di movimenti | più o meno equivoci, come il sanfedismo e il primo periodo del la- mennesismo, che sono esaminati nella rubrica dell’« Azione cattolica» e le sue origini) e successivamente con il concretarsi in forma organica, sotto la direzione immediata dello stesso Vaticano, del movimento di Azione Cattolica, in cui la funzione-dell’Italia come nazione è ridotta al minimo (all’opposto di quella parte del personale centrale vaticano che è italiano, ma non può mettere in prima linea, come una