Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/559

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2o6o QUADERNO 19 (x) dietro il popolo credente anche della campagna». In altro punto il Carducci scrive: «... l’abate italiano riformista e mezzo giacobino col Parini, soprannuotato col Cesarotti e col Barbieri alla rivoluzione, che s’era fatto col Di Breme banditore di romanticismo e soffiatore nel carbonarismo del 21, che aveva intinto col Gioberti nelle cospirazioni e bandito il Primato d’Italia e il Rinnovamento, che aveva col Rosmini additato le piaghe della Chiesa, che aveva coll’An- dreoli e col Tazzoli salito il patibolo...» \ Cfr Quaderno 1 (xvi), p. 65. § (36). Augusto Sandonà. Dopo l’armistizio il Sando- nà ha fatto ricerca negli Archivi viennesi per | raccogliere la documentazione ufficiale austriaca su una serie di avvenimenti del Risorgimento italiano. Prima della guerra il Sandonà aveva pubblicato, tra l’altro: Contributo alla storia dei processi del 21 e dello Spielberg, Torino, Bocca, 1911; L'idea unitaria ed i partiti politici alla vigilia del 1848, in «Rivista d’Italia» del giugno 1914; Il Regno lombardo-veneto. La costituzione e Vamministrazione, Milano, Coglia- ti, 1912 !. Cfr Quaderno 1 (xvi), pp. 71 e 72. § {37 ). Confidenti e agenti provocatori dell*Austria. I confidenti che operavano all’estero e che dipendevano dalla Cancelleria di Stato di Vienna, non dovevano fare gli agenti provocatori: ciò risulta dalle precise istruzioni del principe di Metternich che in un dispaccio segreto dell’8 febbraio 1844 indirizzato al conte Appony, ambasciatore d’Austria a Parigi, cosi si esprimeva in merito al servizio che prestava nella capitale francese il famigerato Attilio Partesotti: « Il grande fine che il Governo imperiale si propone non è di trovare dei colpevoli né di provocare delle imprese criminali... Partesotti deve di conseguenza considerarsi come un osservatore attento e fedele ed evitare con cura di essere agente provocatore». (Documenti della Staatskanzlei di Vienna).