Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/577

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2078 } QUADERNO 19 (x) § {57). ha Repubblica partenopea. Cfr: Antonio Mânes, Un cardinale condottiere. Fabrizio Ruffo e la Repubblica partenopea, Aquila, Vecchioni, 1930 \ Il Manes cerca di «riabilitare» il cardinale Ruffo (il fatto è da citare nella rubrica « Passato e Presente » in cui si citano altre « riabilitazioni»: quella di Solaro della Margarita, di Fra Diavolo 1 ecc. e | si accenna al fatto che alcuni insegnanti «polemizzano» con le Memorie del Settembrini e vi trovano troppa «demagogia» contro i Borboni)2 addossando la responsabilità delle repressioni e degli spergiuri sul Borbone e sul Nelson. Pare che il Manes non sappia orientarsi bene per fissare le divisioni politiche e sociali nel Napoletano; ora parla di taglio netto tra nobiltà e clero da una parte e popolo dall’altra; ora il taglio sparisce e si vedono nobili e clero nelle due parti. A un certo punto dice che il Ruffo « assume un carattere tutt’affatto nazionale, se può essere usata questa parola di colore troppo moderno e contemporaneo» e allora dovrebbe concludere che non erano nazionali i patriotti sterminati dalle bande sanfedistiche. (Sui rapporti tra nobiltà, clero e popolo cfr il libro di N. Rodolico sull'Italia Meridionale e il suo articolo nel «Marzocco», n. 11 del 1926) \ 4 Cfr Quaderno 6 (vili), p. 2. § (58). Un'opinione di Stendhal. Cfr P. P. Trompeo, Stendhal fra'un Cardinale ed un Nunzio, «Nuova Antologia» del i° febbraio 1935. Il Trompeo, dopo aver enumerato alcuni giudizi dello Stendhal molto favorevoli alla causa della libertà italiana e al valore dei patriotti italiani, come Santarosa ecc. (p. 445), estratti da Rome, Naples et Florence e da Promenades .dans Rome, conclude: «Ma giudicava che contro un’Austria sicura di sé ogni tentativo d'insurrezione sarebbe fallito, anche per il poco séguito che aveva nel popolo "l’innocence vertueuse et girondine” dei cospiratori, e che d’altra parte un intervento a favore di una Italia ancora immatura per una valida riscossa sarebbe stato per la Francia un rischio troppo forte» \