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2134 QUADERNO 21 (xVIl) Questa derivazione è utile tener presente per lo svolgimento di questa rubrica sulla letteratura popolare, in quanto mostra come certe correnti culturali (motivi e interessi morali, sensibilità, ideologie ecc.) possono avere una doppia espressione: quella meramente meccanica di intrigo sensazionale (Sue ecc.) e quella «lirica» (Balzac, Dostojevskij e in parte V. Hugo). I contemporanei non sempre si | accorgono della deteriorità di una parte di queste manifestazioni letterarie, come è avvenuto in parte per il Sue, che fu letto da tutti i gruppi sociali e «commuoveva» anche le persone di «cultura», mentre poi decadde a «scrittore letto solo dal popolo» (la «prima lettura» dà puramente, o quasi, sensazioni «culturali» o di contenuto e il «popolo» è lettore di prima lettura, acritico, che si commuove per la simpatia verso l'ideologia generale di cui il libro è espressione spesso artificiosa e voluta). Per questo stesso argomento è da vedere: i ) Mario Praz: La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, in-i6°, pp. x-505, Milano-Roma, ed. La Cultura, L. 40 (vedere la recensione di L. F. Benedetto nel «Leonardo» del marzo 19312: da essa appare che il Praz non ha fatto con esattezza la distinzione tra Ì vari gradi di cultura, onde alcune obbiezioni del Benedetto, che d'altronde non pare colga egli stesso il nesso storico della quistione storico-letteraria); 2) Servais Étienne: Le genre romanesque en France depuis Vapparition de la «Nouvelle Héloise» jusqu'aux approches de la Révolution, ed. Armand Colin; 3) Reginald W. Hartland: Le Roman terrifiant ou «Roman noir» de Walpole a Anne Raddiffe, et son influence sur la littérature française jusqu'en 1860, ed. Champion e dello stesso autore (presso lo stesso editore) Walter Scott et le «Roman frénétique»3 (l’affermazione del Pozner che il romanzo di Dostojevskij sia «romanzo d'avventura» è probabilmente derivata da un saggio di Jacques Rivière sul «romanzo d'avventure», forse pubblicato nella «N. R. F.»4, che significherebbe «una vasta rappresentazione di azioni che sono insieme drammatiche e psicologiche» cosi come l'hanno concepito Balzac, Dostojevskij, Dickens e George Elliot);