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2196 QUADERNO 23 (vi) interessi intellettuali e morali e non altri ha pure un significato, indica che un certo indirizzo culturale predomina fra gli intellettuali. Anche il verismo italiano si distingue dalle correnti realistiche degli altri paesi, in quanto o si limita a descrivere la «bestialità» della cosi detta natura umana (un verismo in senso gretto) oppure rivolge la sua attenzione alla vita provinciale e regionale, a ciò che era l’Italia reale in contrasto con l’Italia «moderna» ufficiale: non offre apprezzabili rappresentazioni del lavoro e della fatica. Per gli intellettuali della tendenza verista la | preoccupazione assillante non fu (come in Francia) di stabilire un contatto con le masse popolari già «nazionalizzate» in senso unitario, ma di dare gli elementi da cui appariva che l’Italia reale non era ancora unificata: del resto c’è differenza tra il verismo degli scrittori settentrionali e di quelli meridionali (per esempio Verga, nel quale il sentimento unitario era molto forte, come appare dall’atteggiamento assunto nel 1920 verso il movimento autonomista di «Sicilia Nuova»)2. Ma non basta che gli scrittori non ritengano degna di epos l’attività produttiva che pure rappresenta tutta la vita degli elementi attivi della popolazione: quando se ne occupano, il loro atteggiamento è quello del Padre Bresciani. (Sono da vedere gli scritti di Luigi Russo sul Verga e su G. C. Abba)3. G. C. Abba può essere citato come esempio italiano di scrittore «nazionale-popolare», pur non essendo « popolaresco » e non facendo parte di nessuna corrente che critichi per ragioni di partito o settarie la posizione della classe dirigente. Sono da analizzare non solo gli scritti del- l’Abba che hanno valore poetico, ma anche gli altri, come quello rivolto ai soldati, che fu premiato dalle autorità governative e militari e per qualche tempo fu diffuso nell’esercito \ Nella stessa direzione è da ricordare il saggio del Pa- pini pubblicato in «Lacerba»8 dopo gli avvenimenti del giugno 19145. La posizione di Alfredo Oriani è anche da rilevare, ma essa è troppo astratta e oratoria, e deturpata dal suo titanismo di genio incompreso. Qualcosa è notevole nell’opera di Piero Jahier (ricordare le simpatie dello

  • Nel ms: « nt\Y Acerba »