Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/721

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QUADERNO 23 (vi) « vour» Pare evidente che l’intento del Panzini fosse adulatorio, ma la sua innocenza politica e quindi storica gli diede lo sgambetto e trasformò l’adulazione servile in una smorfia equivoca. Non si può parlare di dittatura per il Cavour, tanto meno nel 1859 e anzi questa fu una debolezza nello svolgimento della guerra e nella posizione dei piemontesi in seno all’alleanza con Napoleone. Sono note le opinioni del Cavour sulla dittatura e sulla funzione del Parlamento, opinioni di cui il Panzini pavidamente tace, sebbene il parlarne non sarebbe stato certo pericoloso. Ciò che è curioso è che più oltre il Panzini stesso mostra come il Cavour fosse stato tagliato fuori dallo svolgimento della guerra e sebbene ministro della guerra, non ricevesse neppure i bollettini dell’esercito. Per un dittatore non c’è male. Il Cavour non riuscì neppure a far valere le sue prerogative costituzionali di capo del Governo, che del resto non erano contemplate nello Statuto, e quindi il suo conflitto col re dopo l’armistizio di Villafranca. In realtà non la politica di Cavour fu continuata dalla guerra del 59, ma un miscuglio delle velleità politiche di Napoleone e delle tendenze assortiste piemontesi impersonate dal re e da un gruppo di generali. Si ripetè la situazione del 1848-49, e se non ci fu disastro militare, ciò fu dovuto alla presenza dell’esercito francese: ma il risultato della situazione politica anormale fu grave lo stesso, perché nell’alleanza Napoleone ebbe l’e- 42 gemonia | illimitata, e il Piemonte un posto troppo subordinato. «...la guerra d’Oriente, una cosa piuttosto complicata, che per chiarezza di discorso si omette». (Affermazione impagabile per uno storico: si afferma che Cavour è stato un genio politico ecc., ma l’affermazione non diventa mai dimostrazione e rappresentazione concreta. Il significato della partecipazione piemontese alla guerra di Crimea e della capacità politica di Cavour nell’averla voluta, è «omesso» per «chiarezza»). Il profilo di Napoleone III è sguaiatamente triviale: non si cerca di spiegare perché Napoleone abbia collaborato con Cavour (le citazioni d’appoggio dovrebbero essere troppe: occorrerà rivedere il libro o l’annata del- l’«Italia Letteraria»). 1