Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/834

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i935: lorianismo 2335 tre mortificato nel suo spirito creatore dal lavoro squalificato della fabbrica, egli sperpera la paga nell’acquisto di un oblio e di una gioia che gli abbrevian l’esistenza» (p. 171 del libro)4. Nel piano intellettuale e culturale il libro del Fanelli corrisponde all’attività letteraria di certi poeti di provincia che ancora continuano a scrivere continuazioni, in ottava rima, della Gerusalemme Liberata e | Vittoriosa (Conquistata), a parte certa mutria altezzosa e buffa. È da notare che le «idee» esposte dal Fanelli hanno avuto, in certi anni, una grande diffusione, ciò che era in curioso contrasto col programma «demografico» da una parte, e col concetto di «nazione militare» dall’altra, poiché non si può pensare a cannoni e corazzate costruite da artigiani o alla motorizzazione coi carri a buoi, né al programma di un’Italia «artigiana» e militarmente impotente in mezzo a Stati altamente industrializzati con le relative conseguenze militari: tutto ciò dimostra che i gruppi intellettuali che esprimevano queste lo- rianate in realtà s’infischiavano, non solo della logica, ma della vita nazionale, della politica e di tutto quanto. Non è molto difficile rispondere al Fanelli: il Brucculeri stesso nota giustamente che ormai l’artigianato è legato alla grande industria e ne dipende: esso ne riceve materie prime semi- lavorate e utensili perfezionati. Che l’operaio italiano (come media) dia una produzione relativamente scarda può essere vero: ma ciò dipende da ciò che in Italia l’industrialismo, abusando della massa crescente di disoccupati (che l’emigrazione solo in parte riusciva ad assorbire) è stato sempre un industrialismo di rapina, che ha speculato sui bassi salari e ha trascurato lo sviluppo tecnico; la proverbiale «sobrietà» degli italiani è solo una metafora per significare che non esiste un tenore di vita adeguato al consumo di energia domandato dal lavoro di fabbrica (quindi anche bassi rendimenti). L’«Italiano» tipo, presentato dal Fanelli è coreografico e falso per ogni rispetto: nell’ordine intellettuale sono gli italiani che hanno creato l’«erudizione» e il paziente lavoro d’archivio: il Muratori, il Tiraboschi, il Baronio ecc. erano italiani e non tedeschi; la «fabbrica» come grande manifat¬