Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/225

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Gli inizi della vita 201 ostante, restare infruttuosi. Egli è perchè non soltanto è inverosimile che noi siamo per diventare capaci di riprodurre le condizioni precise, ma persino se noi avessimo fatto sorgere il risultante germe di vita da ciò che noi supponiamo, per ipotesi, essere le richieste combinazioni chimiche e fisiche, quello sarebbe invisibile. Weissmann giunge alla conclusione che i minuti organismi viventi, « biofori », o « apportatori di vita », come egli li denomina, formano la base di tutti gli organismi. Ma questi « bioforidi », che sono le sole unità che si sarebbero potute supporre sorgere spontaneamente dalla materia inorganica, « sono così lontanamente al disotto dei limiti della visibilità che non v’ha nessuna speranza che noi possiamo venir in grado di percepirli persino se ci accadesse di produrli ». Weissmann continua : « La questione circa al « dove » della generazione spontanea deve pure esser lasciata senza qualche risposta definita. Alcuni hanno supposto che la vita cominciasse nelle profondità del mare, altri sulla spiaggia, ed altri sull’aria. Ma chi saprebbe indovinare questo, quando noi non possiamo neppure enunciare teoricamente le condizioni ed i materiali coi quali delle sostanze simili alle albuminoidi potrebbero essere fabbricate nel laboratorio. L’ipotesi di Nageli pare a me di avere ancora la più grande delle probabilità. Secondo la di lui teoria le prime particelle viventi ebbero origine, non già in una massa libera di acqua, ma in uno strato superficiale di una sostanza fine e porosa simile all’argilla od alla sabbia, in cui le molecole di corpi solidi, liquidi e gazosi fossero in grado di cooperare. « Questa sola cosa è certa, che ovunque abbia potuto la vita aver la prima origine su questa terra, essa può soltanto essere sorta sotto forma delle più