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Lo sviluppo di un pianeta
inferiori. Joly raffigura in altro modo l’assestamento
loro. Quelle pieghe che hanno le loro radici nel punto
più lontano al Sud sono quelle più tratte fuori a Nord.
Egli si è ricordato del frangersi delle onde sopra una
spiaggia in pendio. L'onda ritardata dalla sua base è
portata avanti alla sua sommità, e finalmente s’arro¬
tola su di sè e si spande sulla spiaggia. Se essa po¬
tesse essere gelata com’essa si sparge, l’onda ventura
dovrebbe spandersi su quella. Così avviene per gli
strati, capitombolati l’uno sull’altro per formare le
Alpi.
Questi fenomeni (i) hanno fatto emettere dai geo¬
logi molte spiegazioni. Alcuni come il De-Marchi hanno
tentato di mostrare che la riunione di sedimenti pe¬
santi nei concavi letti degli oceani, darebbe origine ad
incurvamenti e spinte all’insù, oppure ali 'ingiù, degli
strati, appena che gli strati fossero depositati. Joly in¬
voca i fenomeni di radio-attività per spiegare questo
problema, il più imbarazzante tra tutti quelli geologici.
Le roccie sedimentarie non avrebbero potuto essere
spinte in tal modo da pressioni laterali ammenoché
esse non fossero state di una natura che le facesse
fluire quando erano compresse; e Joly ingegnosamente
dimostra che esse devono esser state di gradi varia¬
bili di viscosità — come spessori diversi di melassa.
Oltre a quello egli ha tentato di rintracciare una con¬
nessione tra questa viscosità variabile e le tempera¬
ture, alle quali queste roccie compresse sottogiacenti
furono assoggettate; ed immagina uno stato di cose
in cui il calore lentamente s’innalza verso lo strato supe¬
riore a tutti, delle roccie piegate e sempre piegantisi,
mentre le roccie diventano sempre più e più fluide.
(ij Lapworth, pressoché una generazione addietro, aveva ri¬
chiamato l’attenzione su fenomeni consimili su scala minore
nelle Montagne della Scozia.