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Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/314

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290 Lo sviluppo di un pianeta momento da cui noi misuriamo gli eventi nelle osservazioni nostre ». Vi è un altro aspetto dell’insegnamento di Hutton, sul quale Geikie (i) ha richiamata l’attenzione. Per quanto a lungo egli ha potuto tener dietro alla successione di eventi registrati sulla crosta del globo, egli ha ben conosciuto che dietro alle età, ed oltre ad esse, ricordate dalla più antica delle roccie primitive, deve essersi esteso un vasto spazio di tempo, ancor anteriore, del quale nessun ricordo è stato sottoposto alla nostra visione. Le più antiche roccie che possono essere raggiunte sono evidentissimamente non affatto le prime formate. Esse furono precedute da altre che noi sappiamo devono aver esistito, sebbene non possa rimanere vestigia alcuna di esse. Hutton non ha fatto il tentativo di congetturare oltre i limiti di ciò che era per lui evidente. « lo non pretendo », egli disse, « di descrivere i principii delle cose: io prendo le cose come io le trovo al presente, e di là muovo col ragionamento verso ciò che esse devono essere state ». invano egli poteva ricercare, persino tra le più antiche formazioni, alcuni segni dell’infanzia del pianeta. Egli potè soltanto mettere in luce una serie ripetuta di rivoluzioni simili, la più antica delle quali non era certamente la prima nella storia del pianeta, ed egli concluse « come risultato di questa inchiesta fisica, che noi non troviamo vestigio alcuno di un principio e neppure prospettiva alcuna di una fine ». Clima della Terra primitiva. La prima delle cose a cui è saggio applicare la filosofia di Hutton è quella del clima del pianeta. Lo stato della mente che è incline a pensare che (i) Discorso presidenziale alla Sezione Geologica, British As- sociation, Dover, 1899.