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296 Lo sviluppo di un pianeta nell’era del terreno Permiano. Quindi qualsiasi teoria' che volesse spiegare le epoche posteriori di agghiacciamento dovrebbe adattarsi, più 0 meno, ai primitivi periodi. Parecchie teorie sono state proposte, ma nessuna sembra di significato più grande di quella che fu dovuta a Lyell, il quale pretese che dei cambiamenti geografici nella distribuzione del mare e della terra sarebbero sufficienti da loro stessi per produrre i fenomeni di un periodo glaciale. Una grande area continentale al Polo Nord, per esempio, produrrebbe delle condizioni di clima molto più fredde in tutte le regioni che ora sono chiamate le zone temperate settentrionali. Lyell stimava che se le terre fossero ammassate yerso le latitudini equatoriali 0 tropicali, il clima risultante del globo sarebbe tale che delle condizioni di fertilità caratterizzebbero le regioni polari. Il terreno riscaldato all’eccesso darebbe origine a correnti calde di aria, le quali sarebbero rapidamente trasportate a Sud ed a Nord verso i poli. D’altra parte, ove le terre fossero raggruppate intorno ai poli si produrrebbero le condizioni inverse; perchè con nessuna terra all’equatore per assorbire il calore del Sole e per dare origine a venti caldi, i climi dei poli diverrebbero più rigidi e la neve ed il ghiaccio si inoltrerebbero più lontano verso l’equatore. La proposizione di Lyell è illustrata dall’attuale distribuzione di calore e di freddo sulla superficie della Terra. Le più basse temperature invernali si verificano non già nella regione polare artica, ma in una grande elisse situata nella Siberia Settentrionale. Similmente le più alte temperature non sono simmetricamente distribuite tutto lungo la linea dell’equatore, ma si trovano in speciali località su grandi aree continentali. Una grande estensione di terra accumula ed intensifica degli estremi di temperatura; la vicinanza di un mare che per temperatura nè sale al disopra, nè s’abbassa al disotto di certi