Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/382

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35« Lo sviluppo di un pianeta nizzate, l’esatta determinazione di quei tipi che apparvero primi, l’origine simultanea di certe specie e loro decadenza graduale, ci insegnerebbero forse tanto intorno ai misteri di organizzazione quanto noi possiamo possibilmente imparare col mezzo di esperimenti con organismi viventi ». Era questa un’aspirazione la quale ha cessato adesso di essere un’aspettazione. « Se l’evidenza fosse completa ed efficace noi difficilmente saremmo capaci di sbrogliare l’infinita sua complessità, o di trovare un filo direttivo per guidarci attraverso tutti gli intricati meandri del labirinto », osserva il Prof. W. B. Scott (i) e consimili osservazioni sono fatte dal Dott. Dukinfield Scott (2) e dal Dott. A. S. Woodward (3). « Vi possono essere parecchi regni vegetali», dice il paleobotanico. «Parecchi animali della stessa forma generale e delle stesse abitudini hanno tratto origine due 0 tre volte, a due 0 tre periodi successivi, da due 0 tre gradi di vita continuamente più elevati », dice il Dott. Woodward. Una specie si sviluppa come un’idea. Faraday scoperse la possibilità di far girare un magnete per mezzo dell’elettricità ; ma immaginiamoci la difficoltà di tracciare passo per passo, ed inventore per inventore, tutta la genealogia attraverso alla quale sono discesi dai loro antenati di cinquantanni fa gli elettro-motori delle linee elettriche del London Tube. Quanto immensamente più diffìcile sarebbe il compito di tracciare, attraverso a tutte le sue vicissitudini di generazione e di ambiente, il progresso di una specie per tutta la sequela di un milione d’anni. Una delle difficoltà tipiche sorge colle forme primi- fi) « Darwin and Modern Science », Camb. Univ. Press. (2) Ibidem. (3) British Assoc. Discorso presidenziale alla Sezione Geoio- gica (1909).