Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/439

Da Wikisource.

La durata dell’uomo 413 è di una complessità che continuamente aumenta. Fortunatamente un più savio e più umano intendimento dei diritti altrettanto quanto dell’interesse delle razze primitive esistenti ha sostituito l’antica indifferenza ed inumanità che contribuirono ad estinguere i Tasmani i quali erano gli ultimi rappresentanti, che rimanessero ancora, di una razza forse tanto antica quanto l’uomo di Neanderthal, ed i Bushmen, i probabili rappresentanti degli uomini Mousteriani 0 del Medio-Paleolitico. L’avvenire del pianeta. Poche linee di conclusione possono essere dedicate alla questione dell’avvenire del pianeta, il quale in molti dei suoi aspetti esterni è passato, e forse è destinato a passare più completamente, sotto il dominio della razza ultimissima ad abitarlo. Il timore che la fine del mondo, oppure la fine della vita nel mondo, abbia a venire per mezzo del fuoco 0 dell’acqua è assai scemata. Non è teoricamente impossibile che la vita del pianeta debba essere in pericolo per convulsioni sismiche 0 vulcaniche ; ma esse realmente non presentano una minaccia seria, ed esse non sembrano neppure averla mai presentata nelle età trascorse. Sopra una simile base di ragionamento noi possiamo presumere che il pianeta non sarà mai sopraffatto dagli oceani ; sebbene come ci indica Suess, se i depositi nell’Atlantico durante i tempi geologici sono stati realmente prodotti da uno sforzo per stabilire l’equilibrio planetario, e se vi fosse inoltre una tendenza remota, su parte del pianeta, a contrarsi a fine di stabilire un nuovo raggio — allora noi dovremmo avere da temere una diminuzione progressiva dell’area che è abitabile per la più elevata vita terrestre. Noi possiamo tener in conto questo modo di vedere, invece e contro quello che minaccia il pianeta di