Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/61

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L’origine dei satelliti 4^ che il grande bacino dell’Oceano Pacifico fosse una volta occupato dalla Luna, cosicché le masse continentali dell’emisfero orientale e di quello occidentale fossero lacerate al tempo della separazione della Luna dalla Terra. Un corpo della dimensione della Luna corrisponderebbe in volume ad una sezione della crosta della Terra che avesse un’area uguale a quella degli oceani terrestri, ed una profondità uniforme di trentacinque miglia. Noi facciamo menzione di questa teoria, sebbene senza prestarvi gran fede. Non ci è noto se la terra avesse a quell’epoca una crosta solida, oppure che tutti i materiali dei quali la Luna è formata fossero asportati contemporaneamente da un cataclisma 0 da uno stesso punto della superfìcie della Terra. Inoltre vi sono delle ragioni per supporre che la Luna possa avere avuto delle aggiunte alle sue dimensioni per via d’accrezione dopo la di Lei separazione dalla Terra; e la supposizione deve quindi rimanere una semplice congettura. Delle congetture che sono molto più vantaggiose di quella detta, nell’aiuto che esse ci portano nel tracciare lo sviluppo di un pianeta, sono quelle che s’interessano della storia della Luna dopo la sua separazione. Si crede che la superficie della Luna debba aver raggiunto la sua presente condizione molto prima che la Terra fosse venuta in quello stato, a cui essa pervenne, cioè di essere ricoperta esternamente di una crosta. Il Prof. Shaler ci fa osservare (1) che quando si sono separate la Terra e la Luna, la quantità totale di calore che esse separatamente contenevano, era all’ingrosso proporzionata alla massa di (1) « A Comparison cf thè Features of thè Earth and Moon », del Prof. N. S. Shaler, Università di Harvard (Smithsonian Institutioni, Washington, 1903.