Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/109

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ella il suo sposo in atto di perfidia,

possa, mal grado de’ parenti suoi,
negar d’essergli sposa, e d’altro amante
onestamente provvedersi.
Amarilli Questo
so molto bene, ed anco alcuno esempio
veduto n’ho: Leucippe a Ligurino,
Egle a Licota, ed a Turingo Armilla,
trovati senza fé, la data fede
ricoveraron tutte.
CoRISCA. Or tu m’ascolta.
Lisetta mia, cosi da me avvertita,
ha col fanciullo amante e poco cauto
d’esser in quello speco oggi con lei
ordine dato, ond’egli è ’l piú contento
garzon che viva, e sol n’attende l’ora.
Quivi vo’ che tu ’l colga. I’ sarò teco
per testimon del tutto, ché senz’esso
vana sarebbe l’opra, e cosi sciolta
sarai senza periglio, e con tuo onore
e con onor del padre tuo, da questo
si noioso legame.
Amarilli. Oh quanto bene
hai pensato, Corisca! Or che ci resta?
CORISCA. Quel ch’ora intenderai. Tu bene osserva
le mie parole. A mezzo de lo speco,
eh’è di forma assai lunga e poco larga,
su la man dritta, è nel cavato sasso
una, non so ben dir se fatta sia
o per natura o per industria umana,
picciola cavernetta, d’ogni intorno
tutta vestita d’edera tenace,
a cui dá lume un picciolo pertugio
che d’alto s’apre, assai grato ricetto
ed a’ furti d’amor comodo molto.
Or tu, gli amanti prevenendo, quivi