Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/115

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E, s’esser può che ’n alcun tempo mai

ciò voglia il mio volere
o possa il mio potere,
prego il cielo ed Amor che tolto pria
ogni voler, ogni poter mi sia.
Corisca. Oh core ammaliato !
Per una cruda, dunque,
tanto sprezzi te stesso?
Mirtillo. Chi non spera pietá, non teme affanno,
Corisca mia.
Corisca. Non t’ingannar, Mirtillo,
ché forse da dovero
non credi ancor ch’ella non t’ami e ch’ella
da dovero ti sprezzi.
Se tu sapessi quello
che sovente di te meco ragiona!
Mi rtillo. Tutti questi pur sono
amorosi trofei de la mia fede.
Trionferò con questa
del cielo e de la terra,
de la sua cruda voglia,
de le mie pene e de la dura sorte,
di fortuna, del mondo e de la morte.
Corisca. (Che farebbe costui quando sapesse
d’esser da lei si grandemente amato?)
Oh qual compassione
t’ho io, Mirtillo, di cotesta tua
misera frenesia!
Dimmi : amasti tu mai
altra donna che questa?
Mirtillo. Primo amor del cor mio
fu la bella Amarilli,
e la bella Amarilli
sará l’ultimo ancora.
Corisca. Dunque, per quel ch’i’veggia,
non provasti tu mai