Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/118

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perché sappi almen dire

com’è fatto il gioire.
Mirtillo. Corrotto gusto ogni dolcezza aborre.
Corisca. Fallo almen per dar vita
a chi del sol de’ tuo’ begli occhi vive.
Crudel ! tu sai pur anco
che cosa è povertate
e l’andar mendicando. Ah! se tu brami
per te stesso pietate,
non la negare altrui.
Mirtillo. Che pietá posso dare,
non la potendo avere?
Insomma io son fermato
di serbar fin ch’io viva
fede a colei ch’adoro, o cruda o pia
ch’ella sia stata e sia.
Corisca. Oh veramente cieco ed infelice,
oh stupido Mirtillo!
A chi serbi tu fede?
Non volea giá contaminarti e pena
giugner a la tua pena;
ma troppo se’ tradito,
ed io, che t’amo, sofferir noi posso.
Credi tu ch’Amarilli
ti sia cruda per zelo
o di religione o d’onestate?
Folle se’ ben se ’l credi.
Occupata è la stanza,
misero ! ed a te tocca
pianger quand’altri ride.
Tu non parli? se’ muto?
Mirtillo. Sta la mia vita in forse
tra ’l viver e ’l morire,
mentre sta in dubbio il core
se ciò creda o non creda;
però son io cosi stupido e muto.