Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/145

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ché solo è de l’adultera la pena.

Oh vittoria solenne, oh bel trionfo !
Drizzatemi un trofeo,
amorose menzogne:
voi séte in questa lingua, in questo petto
forze sopra natura onnipotenti.
Ma che tardi, Corisca?
Non è tempo da starsi.
Allontánati pur, fin che la legge
contra la tua rivale oggi s’adempia,
però che del suo fallo
graverá te per iscolpar se stessa,
e vorrá forse il sacerdote, prima
che far altro di lei.
saper di ciò per la tua lingua il vero.
Fuggi dunque, Corisca. A gran periglio
va per lingua mendace
chi non ha il piè fugace.
M’asconderò tra queste selve, e quivi
starò fin che sia tempo
di venir a goder de le mie gioie.
Oh beata Corisca !
Chi vide mai piú fortunata impresa?

SCENA QUINTA

Nicandro, Amarilli.

Nicandro. Ben duro cor avrebbe, o non avrebbe

piú tosto cor né sentimento umano,
chi non avesse del tuo mal pietate,
misera ninfa, e non sentisse affanno
de la sciagura tua, tanto maggiore
quanto men la pensò chi piú la intende;
ché ’l veder sol cattiva una donzella,