Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/198

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Carino. Or che ti resta piú? vuoi tu chiarezza

di questa anco maggior?
Montano. Troppo son chiaro
troppo dicesti tu, troppo intes’io.
Cercato avess’io men, tu raen saputo!
O Carino, Carino !
Come teco dolor cangio e fortuna!
Come gli affetti tuoi son fatti miei!
Questo è mio figlio. O figlio
troppo infelice d’infelice padre!
figlio, da Tonde assai piú fieramente
salvato che rapito,
poi che cader per le paterne mani
dovevi ai sacri altari
e bagnar del tuo sangue il patrio suolo!
Carino. Padre tu di Mirtillo? Oh maraviglia!
In che modo il perdesti?
Montano. Rapito fu da quel diluvio orrendo,
che testé mi dicevi. Oh caro pegno !
Tu fusti salvo allor che ti perdei;
ed or solo ti perdo,
perché trovato sei.
Carino. O Provvidenza eterna,
con qual alto consiglio
tanti accidenti hai fin a qui sospesi,
per farli poi cader tutti in un punto!
Gran cosa hai tu concetta,
gravida se’ di mostruoso parto:
o gran bene o gran male
partorirai tu certo.
Montano. Questo fu quel che mi predisse il sogno,
ingannevole sogno,
nel mal troppo verace,
nel ben troppo bugiardo.
Questa fu quella insolita pietate,
quell’improvviso orrore