Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/227

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l’imitazione. Chi di ben vivere? l’imitazione. Come s’acquista l’umana felicitá? col farsi simile a Dio. Quando le scienze di- scorrono intorno al vero, che altro fanno che mostrarci la strada d’esprimere e imitare, coll’intelletto e con la lingua, la cosa in- tesa, ritraendo, quasi pitture, o ’n carta o ’n voce, la vera forma di lei? E, se Parti non imitassero la natura, come sarebbono elle né perfette né arti? Finalmente ogni cosa, che opera e s’in- dirizza alla sua naturale e vera perfezione, in qualche modo è partecipe, qual piú qual meno, dell’imitare. Non è dunque da maravigliarsi se l’imitazione diletta tanto, poiché per ella l’uomo impara di sapere, che è il primo disiderio e ’l piú caro diletto e ’l piú proprio dell’umana natura. E, oltre a ciò, l’imitare è quasi un produrre alcuna cosa di nuovo, la quale operazione è per se stessa carissima alla natura, che se ne serve a con- servar se medesima nelle spezie, riparando di tutte quello che tuttodí se ne perde. Or la poetica, fra tutte quelle arti che nell’imitazione spendono il lor talento, riesce maravigliosa, non solo perché imiti gli atti umani, nella quale opera non è sola, ma perciocché imita colla favella, nella quale è unica imitatrice, conciosiacosaché tutte l’altre con altri mezzi e istrumenti eser- citino l’imitazione, ma niuna con la favella, ch’è propria della poetica. E perché tutto quello, che s’imita favellando, o si rac- conta o si rappresenta, né verun altro modo si può trovare che non caggia sotto l’un de’duo membri, quinci son nate le tre famose spezie di poesia. Perciocché altre sono che rappresen- tano senza che la persona del poeta mai v’intervenga, si come la tragedia, commedia e l’altre che sono dette «drammatiche» dalla voce greca, che significa «operare», si come quelle che non raccontano cose operate, ma operano e rappresentano con le persone stesse operanti e sottoposte agli occhi, non della mente, ma del senso, di coloro che ascoltano. Altre non rappresentali, ma con la persona del poeta narran le cose fatte, né mai v’ in- troducono alcun ragionamento, che non sia del poeta, si come la poesia ditirambica e lirica, nella quale un continovato tenore di narrativa, in persona del poeta, solo si vede. Né fa forza quello che ’n ciò viene opposto alla dottrina d’Aristotile da