Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/256

Da Wikisource.

altri animali differentissimo, ma nell’esser mortale è però si- mile a molti, e nell’avere intelletto ha con gl’iddii alcuna cosa comune. Quella mistura dunque, da duo famosi greci retori si lo- data, non dovrá essere alla poesia tragicomica disdicevole, poi- ché, per testimonio d’Ermogene, con tanta leggiadria l’hanno usata le piú famose lingue e le piú scelte penne di tutta Grecia. E tanto basti intorno allo stile, al discorso del quale séguita di necessitá quello della favella,che da’latini «locuzione», e «frase» da’ greci viene appellata. La quale in modo alcuno noi non pos- siamo né pretermettere né dissimulare, avendo i medesimi oppo- sitori accusato nel Pastorfido il parlar troppo figurato e gli or- namenti, a poeta lirico piú tosto che drammatico convenevoli. Intorno alle quali opposizioni, ancora che io potessi lungamente discorrere e allegare innumerabili autoritá e de’ greci e de’ latini scrittori, nientedimeno d’un Aristotile solo, maestro di tutti gli altri, sarò contento, il quale nella Poetica , oltre a quello che ne disse pure anche nella Ritorica, favellando delle vertú che pro- priamente convengono a ciascheduna spezie di poesia, le voci che son composte al ditirambo, all’epico le straniere, e al giambo, per esser proprio verso drammatico, assegnò quelle ch’esprimono acconciamente il vicendevole e comune uso del favellare. Ma, non contento di questa regola generale, discende alla particolare, additandoci quali sieno, e dice cosi: tori 8è rd JioioOvTa tò xvpiov xaí p.£raqx>eá xai xóap,05, che vuol dire: «e le voci che questo fanno sono le proprie, le metaforiche e le ornate». Quinci si può vedere con quanto fondamento parlin gli oppositori, i quali accusano il parlar figurato, che non è altro che ’l metaforico; accusano gli ornamenti, che, secondo il filosofo, sono le prin- cipali vertú del poeta e del poema drammatico. Quanto agli ornamenti lirici, se si trovasse maestro di ritorica o di poetica, che insegnasse quali sieno i particolari ornamenti del lirico e quali quei del drammatico, a loro sarei ricorso, e le leggi pren- dendone, con assai men di parole avrei condotta la mia difesa. Ma, poiché questi mi mancano, a’ poeti stessi mi volgerò. E, cominciando da’ greci e lasciando da parte, per non mischiar le cose sacre con le profane, la davidica poesia, ch’avanza,