Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/60

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risvegliò la modestia

e quel furore estinse.
Ergasto. O modestia, molestia
degli amanti importuna !
Mirtillo. Giá fornito il su’arringo avea ciascuna
e con sospension d’animo grande
la sentenza attendea,
quando la leggiadrissima Amarilli,
giudicando i miei baci
piú di quelli d’ogn’altra saporiti,
di propria man con quella
ghirlandetta gentil, che fu serbata
premio a la vincitrice, il crin mi cinse.
Ma, lasso! aprica piaggia
cosi non arse mai sotto la rabbia
del can celeste allor che latra e morde,
come ardeva il cor mio
tutto allor di dolcezza e di desio,
e piú che mai ne la vittoria vinto.
Pur mi riscossi tanto,
che la ghirlanda trattami di capo
a lei porsi, dicendo:
— Questa a te si convien, questa a te tocca,
che festi i baci miei
dolci ne la tua bocca. —
Ed ella, umanamente
presala, al suo bel crin ne feo corona;
e d’un’altra, che prima
cingea le tempie a lei, cinse le mie.
Ed è questa ch’io porto,
e porterò fin al sepolcro sempre,
arida come vedi,
per la dolce memoria di quel giorno,
ma molto piú per segno
de la perduta mia morta speranza.
Ergasto. Degno se’ di pietá piú che d’invidia,