Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/84

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il magico stupor di chi sen fugge

e vive senza capo. Oh come è lieve!
quanto ha poco cervello e come il sangue
fuor non ne spiccia! Ma che miro? o sciocco!
o mentecatto! Senza capo lei?
Senza capo se’ tu. Chi vide mai
uom di te piú schernito? Or mira s’ella
ha saputo fuggir, quando tu meglio
la pensavi tener. Perfida maga!
Non ti bastava aver mentito il core
e ’l volto e le parole e ’l riso e ’l guardo,
s’anco il crin non mentivi? Ecco! poeti,
questo è l’oro nativo e l’ambra pura
che pazzamente voi lodate. Ornai
arrossite, insensati, e, ricantando,
vostro soggetto in quella vece sia
l’arte d’una impurissima e malvagia
incantatrice, che i sepolcri spoglia
e, dai fracidi teschi il crin furando,
al suo l’intesse e cosi ben l’asconde,
che v’ha fatto lodar quel che aborrire
dovevate assai piú che di Megera
le viperine e mostruose chiome.
Amanti, or non son questi i vostri nodi?
Mirate e vergognatevi, meschini.
E se, come voi dite, i vostri còri
son pur qui ritenuti, ornai ciascuno
potrá senza sospiri e senza pianto
ricoverar il suo. Ma che piú tardo
a publicar le sue vergogne? Certo
non fu mai si famosa né si chiara
la chioma eh’è lá sú con tante stelle
ornamento del ciel, come fie questa
per la mia lingua, e molto piú colei
che la portava, eternamente infame.