Pagina:Guasti - Sigilli pratesi.djvu/64

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11. Delle vietate cose, dalle quali tuct’i fratelli si guardino.

12. Di coloro che non sieno ricevuti alla Compagnia.

13. Come si propongano in Capitolo quelli che volliono essere della Compagnia.

14. In che modo si ricevano i novizi alla Compagnia.

15. Come si faccia processione, et della festa principale della Compagnia.

16. Comesi faccia quando alcuno de’ fratelli passasse di questa vita.

17. Dell’uficio et dell’orationi dopo la morte de’ fratelli, et dell’anuale pe’ morti.

18. Delle messe, dell’orationi per lo buono stato della Compagnia, et per l’anime de nostri fratelli passati et de’ nostri benefattori.

19. Della podestà de’ Priore, et come sieno tractati quelli che fierono cacciati.

20. Del suggello della Compagnia.

21. Di quello che si dee fare del provedimento de’ Frati per le feste principali et per l’annuale de’ morti.

22. Di quelli che non vengono alla Compagnia i dì ordinati.

23. Di coloro che non pagano i denari de’ mesi et dell’altre spese ordinate.

24. Dell’altorità degli uficiali.

25. Dell’obrigo del Priore e Sopriore e tutti sua uficiali.

26. Del modo di fare il Chamarlingho e suo uficio.

27. Dello uficio del Proveditore.

28. De’ divieti degli uficiali.

29. De’ festaiuoli.

30. Del non chassare per debito alchuno.

31. Del beneficio degli uficiali.

32. Chome si dia el pane benedetto.


De’ quali Capitoli piacemi recare il XIV, e con questo finire la illustrazione del presente Sigillo.


Ordiniamo che ’l die che è ordinato di ricevere alcuno fratello, tucti quelli della Compagnia, per la verace obidienza, di venire a’ luogo nostro. E quando li fratelli fierono raunati, allora lo Priore faccia lo cenno, al quale tucti si parino a disciplina. Et quando firono aconci, tucti stieno nelle loro luogora ginocchioni colla faccia turata. Poi ordini lo Priore chi riceva lo novitio, et chi dica l’uficio.

Allora si chiami lo novitio: lo quale venga in Capitolo col cero acceso nella mano dricta, et colla cappa nella sinistra. Et lo Priore