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capitolo iv. | 125 |
in Corte, Mercurio fuori e dentro le stanze dei ministri,
Mercurio dentro e fuori dei Parlamenti; nell’aria,
nella terra, nel fuoco e nell’acqua Mercurio;
Mercurio per la stagione che corre si è spinto al
calore dell’olio bollente, e quivi sta. Mi tarda andare
a Roma per vedere la Basilica del Vaticano consacrata
a Mercurio.
Innumerevoli, fin qui, le trasformazioni di Amore, ne accennano cessare per ora. Bisogna essere giusti, Amore 1asciò piangendo Psiche, la celeste sua sposa, e Venere degenerata madre l’ebbe a pigliare per un orecchio, onde trarlo pei ginecei greci e romani; dove, fiutato il tempo, appena gli venne fatto fuggì via e si diede a bazzicare con un visibilio di tenere Marie, di più tenere Caterine e Brigido e di tenerissime Terese; nè parve meno leggiadro aleggiare intorno le chiome bionde della bella di Magdala, o su i salteri dei veli e le cocolle, che un dì sulle ghirlande di mirto e di rose di Aspasia o di Flora. Abelardo ed Eloisa informino.
Come colui che imprende lontane navigazioni per procacciare tesori alla famiglia, l’Amore, tenendo sempre fermo il domicilio nel cuore della donna, militò sotto le insegne della religione cristiana, e fu più volte Crociato in Asia; certo alla presa del Tempio di Gerusalemme il sangue umano arrivò a mezza gamba dei Crociati; e che rileva? Non per questo meno, anzi giusto per questo, i pii guerrieri