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126 | il secolo che muore |
obbedivano all’estro dell’Amore religioso. Amore
svelse i figli dalle braccia materne e i mariti da
quelle delle mogli, e gli frombolò sopra i campi
di battaglia, dove reso sacro il sangue versato, e,
convertito le belve in martiri, santificò la strage:
acerbo mostrava allora il sopracciglio, e ipure piacque,
dacchè ad alta voce esclamasse: io sono Amore di
Patria e di Libertà. Amore si condusse, non badando
pericoli o travagli, sopra lo plaghe estreme del
mondo per esplorare i segreti del firmamento, o in
mezzo ai ghiacci eterni rinvenire un passaggio al
polo, ovvero scese giù nelle viscere della terra per
leggerne la storia nei vari strati della materia che
la compongono, come nelle pagine di un libro, e
volto ai mortali con sembiante austero egli disse:
abbiatemi caro, eche io sono l’Amore della Scienza.
Né Amore solo si trasforma, ma si moltiplica, e
posta la radice nella famiglia, quivi, portentoso vilucchio,
si rintreccia con lo amore dei consorti, dei
figli e dei fratelìi: amori non affatto uguali negli
atti e nelle sembianze, e non di manco somiglievoli
come chi nasce da una medesima schiatta.
E poichè natura volle che la metà del genere umano fosse di femmine, nel Pater noster delle quali amore tiene luogo del paneo quotidiano, due cose per me e per te, o lettore, hanno a resultare chiare, che senza Amore tu non potrai comporre nè città, nè provincia, nè famiglia, nè romanzi e nè