Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore I.djvu/271

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capitolo viii. 249


quindi la rosa di pretendere ogni accusato senza delitto, mentre non giova ai rei, nuoce ai giusti. Per me vorrei che come pei crimini di lesa maestà si costuma nella Inghilterra, lo imputato dovesse dichiarare se intenda sostenere la innocenza assoluta ovvero la sua scusabilità; nel primo caso, dove non si giustificasse intero, gli applicassero la pena a venti soldi per lira in odio della temerarietà; nel secondo, gli si usasse misericordia, dacchè i giudici dovrieno rammentarsi sempre che anche essi un giorno tremeranno dubbiosi se verrà loro usata misericordia, ed avendola essi adoperata con altrui, più agevolmente la otterranno per se. Inoltre ignobilissimo parmi il mestiere dello avvocato, però che ai giorni nostri si pigli a nolo ad un tanto l’ora, come le vetture di piazza; e quando ti fai pagare la coscienza a tariffa, oh! buffone, mi vuoi far ridere quando favelli di convincimento. Presso i Romani la difesa, non pagata per divieto della legge, induceva la gente a non discredere simile convincimento; e i Greci una volta ordinarono che gli accusati da per loro si difendessero; onde essi ricorrevano, è vero, alla opera degli oratori, ma unicamente perchè le proprie arringhe dettassero, mentre poi eglino o le leggevano, o, mandatele a memoria, le recitavano nel tribunale. Di qui le bellissime orazioni di Lisia, succinte e semplici, varie secondo l’indole dello incolpato e le qualità del de-