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18 il secolo che muore


«quale ragione si manterranno sempre così i successori suoi? E anco posto tutto da parte, i re e i sacerdoti divorano per mille, anzi per diecimila e più.»

I sacerdoti e i re si restrinsero insieme pev avvisare intorno alla risposta da darsi, e stabilirono di amore e di accordo che la si avesse a fare, ma in certa lingua inventata da loro, composta di ferro, di piombo e di fuoco. Il popolo allora a sue spese imparò che per cavare dal sacerdote e dal re una risposta in voce umana, bisogna interrogarli con voce di corda.

Ed in vero i re e i sacerdoti udendo favellare il popolo, rimasero attoniti quanto Balaam, allorchè la sua giumenta lo interrogò dicendo: «Perchè mi percuoti?» E ch’è, che vuol dire popolo? — borbottavano fra loro — popolo, e polvere non hanno fatto fin qui tutta una cosa? E canmiinando sopra la polvere chi di noi avvertìi l’orma che ci stampavano i nostri piedi? Chi mai avrebbe creduto che il popolo sentisse scalpicciarsi, e se sentito avesse potuto adontarsene? O non ci è avvezzo?

Par troppo ci era avvezzo, ma un giorno gli mancò la pazienza, e avendo conosciuto come col solo sollevarsi avrebbe potuto accecare i potenti della terra, ei si sollevò e gli accecò: dacchè il potente non volle rammentarsi ch’egli aveva ridotto il popolo in polvere, il popolo lo ricordò al potente.