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172 il secolo che muore


Filippo e poco lungi Curio: parevano tutti morti; costui n’ebbe raccapriccio e terrore, il quale crebbe in lui fino al delirio quando si senti chiamare:

— Gua’! Gua’! chi miro? Sei tu, Fandibuoni? Così aveva parlato Curio, il quale schiusa la coda di un occhio riconobbe il coraggioso tenente; questi, rimessosi alquanto dallo sbalordimento, chiedeva a Curio:

— Ma sei proprio vivo?

— Sono vivo, e ci puoi credere, rispose l’altro sorridendo, e così gli calmava la paura, quando, a farlo basire da capo, ecco agitarsi il mucchio dei morti e uscirne di sotto Filippo stillante sangue da tutto il corpo, che diverso non sarà stato il peccatore pagano quando in espiazione gli versavano addosso il sangue di un toro nel Taurobolo: stette per istramazzarne, senonchè riconosciuto anco lui alla voce, si tenne e tutto tremante domandò:

— Come diavolo nascosti in cotesta maniera? Avete avuto paura?

Per risposta gli risero in faccia. Non è da dirsi se ei si affrettasse ad allontanare cotesti odiosi testimoni della sua viltà; per questa volta la malevoglienza giovò meglio della benevolenza; in meno di un ora, stesi entrambi dentro un carro sopra uno strato di paglia, furono avviati verso Brescia.