Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore II.djvu/171

Da Wikisource.

capitolo xi. 173


Il generale Kuhn, non sapendo consolarsi della inopinata vicenda, riputò spediente alla sua riputazione pubblicare per via di giornali, infinito il numero dei garibaldini, di petto a loro un formicolaio essere nulla; le sono fandonie coteste: tutti, così amici come nemici, gli scrittori si accordano ad attestare quanto fu già avvertito da noi, che i garibaldini in quella giornata combatterono contro gli austriaci a numero pari.

Gli austriaci non tennero fermo a Locca; nè fecero meglio prova ad Enguiso e a Lensumo; da per tutto sloggiati ripararono a Campi. Nel medesimo giorno tentarono una sortita a Lardaro, ma furono respinti: afferma il Rustow come cotesta mossa fosse per una semplice ricognizione, e s’inganna: agevolmente si comprende essere stata parte del disegno nemico di metterci dentro ad un cerchio di fuoco.

Ormai nel Tirolo italiano le fortune austriache tracollano, e Garibaldi sempre più celere instando da Campi e dal monte Cimelo accenna a Riva, non fallibile acquisto. Già il presidio di Trento volge i passi indietro a Bolzano, recandosi seco la cancelleria militare; il general Kuhn nel ritirarsi bandisce cessare le difese del Tirolo italiano, per consacrarsi intero alla tutela del Tirolo tedesco; — Trento ci stava aperto dinanzi; bastava per pigliarlo stenderci sopra la mano; e Trento fu per noi il pomo