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capitolo xviii. 283


tradizione di poeta, a cui quando meno se lo aspetta la passione ruba la mano del giudizio.

La regina d’Inghilterra, non solo a Como, ma per l’Europa, per l’Africa e per l’Asia, come il capo comico conduce la compagnia dei suoi strioni, menava una turba di paltonieri per rappresentarci un dramma solo — quello del più lurido adulterio; e se ne teneva, ella regina, madre e donna di ben cinquant’anni matura! Al volgare adultero Bergami, ella, insanita, procacciava titolo di barone e insegne equestri, monili al collo e campanelle agli orecchi; a Malta gli comprò la croce dei cavalieri di San Giovanni; a Gerusalemme, con sacrilego oltraggio, quella del Santo Sepolcro!

Lo indegnissimo marito, comecchè troppo più di lei imbestiato in ogni maniera di turpitudini, ardisce apporle colpa di adulterio, e raccoglie da diverse contrade, massime dalla Italia,1 a prezzo di oro, testimonianze della sua vergogna, pigliando piacere a propagarla al mondo come il matto ad appiccare il fuoco alla casa. Nè la morte di Messalina fu

  1. Lord Brougham, difensore della regina, per iscreditare testimoni italiani disse: «credo che di tutti i paesi del mondo il paese più opportuno per trovare testimoni falsi sia il paese di Augusto e dei Borgia!» Rimesteremo noi l’orrida massa di fimo e di sangue dei processi inglesi per gettarla in faccia a lord Brougham? No, pur troppo il mondo va pieno d’infamie, che invece di rimproverarci scambievolmente sarebbe meglio guarire. Ma il Brougham era avvocato a cui pare che tutto sia permesso per difesa dei clienti.