Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/309

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capitolo xviii. 307


Egli la cercò, la trovò, gliela mostrò, e vistala riprese:

— È piacevole agli occhi, candida come l’innocenza, potente quanto Dio, pare polvere caduta dall’ale della farfalla quando folleggia di fiore in fioro. Adesso tutto è stabilito fra noi; — bando alla tristezza: esultiamo; costringiamo la morte a sorriderci... Omobono, incoroniamo la morte di rose.

E per dirla alla maniera di Omero, rallegrarono il cuore co’ doni di Cerere e di Lieo; e per essere in riva al mare forse non mancarono anche quelli di Nettuno.

All’alba la donna andò alla messa, chiese del parroco, e gli aperse il desiderio di fare la confessione generale: durante tutto cotesto giorno procurerebbe esaminarsi la coscienza per bene; domani alla medesima ora tornerà da lui; intanto le celebri una messa secondo la sua intenzione, e gli porge un biglietto nuovo di banca di venticinque lire: certo, di argento o di oro avrieno fatto meglio figura, ma quello che vi è dato pigliate; lo dice anche il Vangelo; però il prete lo acciuffava con la bramosia del gatto, e se il guanto non la riparava, avrebbe graffiato la mano all’Amina: allora questa gli chiese in grazia di somministrarle il necessario da scrivere lettera alla madre sua, perchè a casa