Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/29

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capitolo xx.


fratello di quelli co’ quali il celebre Vacca preludiava alle amputazioni delle gambe della povera gente: — Signori, egli diceva, sebbene intorno all’esito della mia operazione io non nutra dubbio veruno, pure, quando la è andata bene, voi vedete che questo povero diavolo rimarrà sempre con un membro di meno; in fatti il giovane avvocato tale dava principio alla sua arringa:

— Dubiterei della giustizia, dubiterei dell’onesto e del decoro, dubiterei del cuore e del cervello vostro, illustrissimi giudici, insomma io dovrei dubitare di troppe cose, se adesso la minima incertezza mi turbasse circa l’assoluzione dei miei clienti; ma ahimè! questa è una di quelle cause dove anche vincendo si perde; dacchè accusatori e accusati dove troveranno più i mutui aifetti ond’erano sì lieti? Dove le gioie domestiche? Dove la pace dell’anima? Spento il fuoco, non troviamo altro che cenere. La stima scambievole è un cristallo preso al bersaglio. Amore trovò nel suo nido i serpenti come Ercole, ma come Ercole non li seppe strozzare. La fama, il delicato ermellino che preferisce la morte a patire la sua pelle maculata, tu l’hai affogata sotto un monte di obbrobrio. Chi fu il mal cristiano che ti mise la torcia in mano perchè tu incendiassi la tua casa? Chi ti armò del coltello col quale sgozzasti la tua felicità? Quali furie t’invasero? In che ti parvero rei questi cari capi? In che cosa peccarono? Quali