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94 il secolo che muore


andava di moccolo. Avvenne quello che doveva avvenire; lo colse lo accidente di gocciola e morì. Per la costui morte grande si levò il lamento nella universa Italia, che gl’italiani costumarono con lui come gl’innamorati con la donna amata, quando le diluviano addosso tutte le virtù le quali essi desiderano che la donna possieda ed ella non ebbe mai. I suoi gesti dipinti dall’adulazione co’ falsi colori del servilismo ogni giorno più smontano al sole della verità; anche pochi anni, forse mesi, e di cotesto storie non apparirà altro che pareti bruttate di memorie laidissime.

Ben può l’erede comprare un posto privilegiato al camposanto e commettere a Carrara un monumento di marmo; i lacchè dell’arte faranno alle capate per iscolpirglielo, senza darsi un pensiero al mondo se adoperano lo scalpello per un bandito o per un eroe; ma la Storia, che non vende posti al suo cimiterio, e per amor di pane non usa la penna, più presto o più tardi mette ognuno al suo posto e il tempo conferma il giudizio.

Corse voce che lo avesse avvelenato la Bianca, e fu calunnia; ella non era capace di siffatti reati; anzi ella amava il conte a modo suo; certo cotesto amore a lei arrideva quando le veniva davanti col turcasso pieno, non mica di frecce, bensì di cedole di banca di mille lire l’una; ma insomma se lo teneva caro; di un’altra cosa ell’era capace, e