Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/105

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Pasquale Paoli, personaggio di cui non la potenza, ma l’ardimento e il senno fecero grande la fama, trovandosi certa sera a cena, per quello ci racconta Giacomo Boswell40, espresse non poche congetture ed invenzioni rispetto alla natura ed intelligenza delle bestie: notò le umane cognizioni su tale proposito fino ai suoi giorni imperfette, presagì che indi a mille anni gli uomini avrebbero ottenuto di questo arcano conoscenza intera, come l’avevano allora delle altre cose, una volta ritenute disperate a sapersi. Però anche di presente parergli sicuro, che le bestie mercè la favella significavansi a vicenda le passioni e i pensieri. Fra gli scrittori oltre i rammentati, prossimi al tempo in cui vissi io, che si chiamarono Locke, Condillac, Buffon, Voltaire, Cuvier e Broussais, i quali o mercè il pensiero astratto, o con lo studio dei corpi organizzati s’industriarono di alzare le gonnelle alla Natura, che da donna di garbo se ne difendeva con gli sgraffi e co’ morsi, tu hai a figurarti che si scatenò come un remolino di opinioni contrarie.

Di Linneo svedese, cima di uomo, io tocco appena, comechè lasciasse scritto, la