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Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/165

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sto: s’egli, levandosi il sole, andava ad occidente, o se tramontando volgeva ad oriente, lunga gli si sprolungava un’ombra davanti, ma non la sua, bensì un’altra che aveva la forma di Asino; ond’egli immaginando di essere stato convertito nella Bestia uccisa, alzava senza posa le mani alle orecchie nel sospetto che gli fossero cresciute di Asino, o smaniante tastavasi per di dietro, pauroso, che dalle falde del vestito gli sbucasse fuori una coda di Asino. Per siffatta miserabile fantasticheria alla fine dette un tuffo nello scemo, di uomo, che sì savio era stimato prima, il consorzio umano fuggì, odiò la luce, che l’ombra dell’Asino sempre più, finchè visse, si aggravò sopra di lui; e come se ogni atomo possedesse favella, fitto fitto lo intronava un brulichìo, che gli mormorava nelle orecchie indefessamente Caino! — Ecci ancora chi arroge, che l’anima sua sul punto di partirsi dal corpo volendo sciogliere un sospiro, prorompesse in altissimo raglio, a cui quanti Asini si trovavano intorno pel giro di dieci miglia risposero ragliando; ond’ella si diede alla disperazione e andò dannata. La quale no-