Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/166

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vella: io credo, che deva rigettarsi come temeraria, e al postutto falsa per la sentenza dell'Alighieri:

«Che la bontà divina ha sì gran braccia
Che prende ciò che si rivolge a lei;»

epperò anche un marchese che immagini essere stato trasformato in Asino.

Adesso vorrei per via di conclusione mettere qui un discorso con rifioriture e rabeschi da gratificarmi chi legge; ma la stanchezza mi ha preso, e faccio conto di finire col commiato che adoperano i Frati, quando licenziano gli scolari alle vacanze autunnali. Tanto più che valendomi della roba dei Frati, gli è come se adoperassi la mia, non avendo, per quanto io mi sappia, anche diviso tra noi; anzi neppure si può dire roba di Frati, che a posta loro l'hanno presa da Virgilio, e suona così

«Claudite iam rivos, pueri, sat prata bibere».

Del qual verso, per comodo di cui non sa il latino, metto una versione un po' libera, ma giusta, in lingua volgare:

«Via, tornate, ragazzi, a casa vostra,
Che per quest'anno asineggiaste assai.»