Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/192

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Turchesca ed Egiziana e con orribile strage consegnarne i corpi al mare e le anime all’inferno: poco oltre il termine del secondo quarto avendo i Russi o sorpreso o incontrato nelle acque di Sinope i legni ottomani:

Fecero al gesto illustre una sorella
Minore alquanto, non però men bella.

Ed i Francesi infelloniti, non si potendo dar pace, levarono al cielo gli strilli urlando: Navarino mandò al diavolo i Turchi civilmente, Sinope ce gli ha balestrati more barbaro! Cristianissimi i Francesi vollero essere chiamati, e furono per modo che, dopo avere abolito il culto di Dio mediante decreto pubblico, circondarono i reni del Papato con una cintura di baionette, impedendo così, che si rompesse in minuzzoli; e al tempo stesso pari ufficio rendevano a tenere su ritto il papa dei Turchi, sfregio turpe in mezzo alla faccia della Europa cristiana, dimenticando, o piuttosto, com’è da credere fingendo avere obliato, che Bajazet, investita che ebbe l’Ungheria, giurò far pascere vena al suo cavallo sopra l’altare di San Pietro in Roma. Non sortì effetto il trucissimo vanto, ma i sultani eredi del disegno, e del desiderio di lui, allorquando recavansi a cingere la scimitarra ai quartieri dei Giannizzeri, bevevano la coppa, che loro offerivano, e nel prendere commiato la riempivano di oro dicendo: a rivederci a Roma! Civilissimi e sviscerati di punto in bianco