Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/207

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portar via le serrature ed i chiodi! Non con tanta religione il sacerdote dopo celebrata la messa rinetta la patena dai minuzzoli dell’ostia santa, come i figli tuoi ripulirono la magione dei papi.

Rispetto a sangue, vienmi appresso, o Francia, che questa è materia da ragionarsi fra me e te sommessamente, onde la terra non ne ricavi causa di disperazione. Nel giorno 3 di giugno 1849 certo Capitano dei tuoi, fuori delle mura di Roma, vedendosi andare incontro un manipolo d’Italiani, messa pezzuola bianca su la punta della spada gridò: — Amici siamo e fratelli! — Enrico Dandolo, generoso sangue Italiano, ordina si sospenda il combattimento, e si accosta improvvido. Adesso mira fratellanza francese! Il Capitano quando lo vede coi suoi a trenta passi vicino, si tira da parte, ed i soldati imbeccati scaricano proditoriamente ammazzando Dandolo, Mancini, Silva ed altri moltissimi110. Ne più, nè peggio commisero gli Austriaci in Brescia, nè a loro importa troppo il titolo di civili; padroni gli fece la forza, e col terrore governano.

A te basta il cuore per domandarmi quale mi assista diritto per insorgere contro il Turco? Poni la mano sulla bocca, svergognata, dei sicarii della penna e vieta loro di proferire intera la sconcia parola. Che cosa potrei rispondere io? Una cosa sola: Sii maledetta!