Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/209

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le steccato: ora i destini di Ettore stanno sulle ginocchia di Giove. —

Io Asino, considerando meco stesso sovente coteste parole, con maravigliosa efficacia pronunziate dalla povera Grecia, ebbi a confessare, che se in talune poteva parere ci avesse messo troppa mazza la passione, parecchie altre contenevano tante verità evangeliche. Popolo grande fu il Francese, cucito a toppe principalmente dai Luigi XI e XIV, e tenuto insieme per opera del Robespierre, minestrone di buone qualità e di ree, che il Diavolo rimestando il matterello agitava sempre. Posto nel bellico della Europa, non si poteva muovere, senza che questa si rotolasse per terra come presa da colica; ma con tanta potenza di giovare, nocque più di trenta comete, e ciò perchè si nudriva di contradizioni, meglio che di pane; ed oggi volle perchè ieri disvolle: popolo rompicollo, dal cervello del quale uscivano pensieri degni dei trionfi del Campidoglio, che terminavano poi col meritarsi le forche di Montefalcone; popolo malanno gittato nel mondo come un piè di porco per dare a leva ogni cosa, i suoi sudori erano acqua forte, che dove toccava guastava; popolo arroganza, composta di trentasei milioni di arroganti, ognuno dei quali tirava l’acqua al suo molino; licenziosi per presunzione, non liberi per virtù; sinfonia di matti, dove ognuno mu-