Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/36

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messo su fabbrica7: terribile bottega di rigattiere di culti usciti di andazzo! Il Gigante, a cui forse era venuto sete, vedendo la cupola di San Pietro che per essere cascata all’insù si era empita d’acqua, se la tolse in mano come un guscio d’uovo e la votò di un sorso. Le statue degli Dei andavano disseminate a milioni di milioni per la campagna, quasi frantumi di navigli lungo la scogliera, dove gli ruppe la tempesta.

Alla fine giungemmo a capo di una immensa pianura, nella quale stavano miliardi di miliardi di bestie, parte a me note e parte sconosciute. Le bestie de’ miei tempi in paragone delle bestie antiche non potevano vantarsi nemmeno di essere grosse; dirimpetto a queste stavano come un Ranocchio a un Bove. Di vero un Mastodonte, alto un poco più del campanile di Giotto, tutto ad un tratto sbarattando le turbe si avventò festoso, e dimenante la coda al collo del Gigante, il quale lasciò cascare una lacrima, che empì una conca, e col suono di voce più blando, che parve un tuono di mezzo agosto, accarezzandolo gli disse: abbasso Fido! Da queste parole mi accorsi, ch’egli era