Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/35

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vecchia usanza del Gigante, ma era tardi, Primo di tutti bociava, maledicendo i cauti, l’antico morto predicatore della immobilità, e nella veemenza dei moti, obbliando di tenersi aggrappato ai capelli, fu balestrato giù da cotesto picco semovente a rotolare nello abisso.

Malgrado la materia tenera del mondo ritornato in condizione di nebulosa il Gigantaccio andava via a vapore, ed io dall’alto del mio finocchio a modo di pilota, che speculi dalla gabbia di un vascello a tre ponti, contemplava in passando un mucchio mirabile di cose gettate là alla rinfusa, quasi scene di commedia finita.

Vedeva vulcani spenti, che mandavano l’ultimo buffo di fumo per di sotto, foreste cacciate là co’ tronchi per traverso, mari alla rovescia, mucchi di cenere di soli consumati, stelle svenute a catafascio con le basiliche di Santa Sofia, che fu a Costantinopoli, di San Pietro a Roma, di San Paolo a Londra, della Sinagoga di Amsterdam, della Caaba alla Mecca, e moschee, e pagode di Visnou, Brama, Boudda, e mille altri Dii di cui la religiosa Inghilterra aveva