Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/131

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eucaristica, tre testimoni, come vedi, che ne valgono trecento e due Paperi giunta, narra che santo Annone arcivescovo di Colonia, celebrando la messa nella basilica di santo Michele, contemplasse con amarezza inestimabile dell’animo certa Mosca maligna rubargli un frammento dell’ostia benedetta e con esso fuggirsene via: però a quei tempi chi si attaccava alle cose religiose o sante non la cavava liscia; ed in vero santo Annone non si rimase con le mani alla cintola, bensì in virtù della sua autorità episcopale condannò la Mosca a tre cose: primieramente a rendere il mal tolto e questo rese; secondamente a morire di apoplessia ed anco a questo, comecchè da prima si facesse alquanto pregare, pure si adattò; per ultimo a pagare le spese, ma essendo morta oppose che i morti non pagano.

Se questo fatto ti raccapriccia, odine un altro che non canzona. Una Rondine siciliana, creatura screanzata, non aborrì inquinare il calice e quanto ci era dentro, nè più nè meno di quello che l’imperatore Costantino Copronimo facesse al fonte battesimale quando in Bisanzio lo battezzavano, mentre un religioso frate francescano celebrava la santa messa; il frate si strinse nelle spalle e chiusi gli occhi mando giù ogni cosa, comecchè ostico gli paresse molto. Riferito il caso al valente dottore in divinità padre Francesco della Torre, il quale, come a Dio piacque, si trovava a